È stata pubblicata su Nature Communications la prima analisi completa del pan-genoma e del pan-fenoma della melanzana (Solanum melongena). La ricerca è stata condotta da un gruppo internazionale di 24 ricercatori e ricercatrici.
Il lavoro è stato coordinato da Lorenzo Barchi dell’Università di Torino (Disafa), Björn Usadel del Centro di Ricerca di Jülich e dell’Università di Düsseldorf, e Giovanni Giuliano dell’Enea.
Lo studio parte da una collezione mondiale di oltre 3.400 varietà. Queste analisi hanno permesso di ricostruire l’intera storia evolutiva della melanzana, dalla domesticazione nel subcontinente indiano alla diffusione lungo le antiche rotte commerciali tra Asia, Medio Oriente ed Europa.
Le analisi hanno evidenziato come la selezione umana abbia progressivamente modificato tratti morfologici e produttivi. Alcune componenti originarie, invece, sono rimaste stabili nelle varietà asiatiche, come il colore non viola della buccia e la presenza di spine.
Dalla biodiversità alla funzione
Per ottenere una visione completa della diversità genetica e fenotipica, i ricercatori hanno sequenziato 368 varietà rappresentative, includendo i progenitori selvatici Solanum incanum e Solanum insanum. Le prove agronomiche, condotte in Spagna, Italia e Turchia, hanno permesso di valutare 218 tratti di interesse. Tra questi resistenze biotiche e abiotiche e alla composizione metabolica del frutto.
Le analisi bioinformatiche hanno identificato un genoma “core” composto da circa 16.300 famiglie geniche.
Sono state individuate anche 4.000 famiglie “dispensabili”, presenti solo in parte delle varietà.
Alcuni tratti sono risultati stabili in tutti gli ambienti di prova. Altri, invece, hanno mostrato una forte dipendenza dalle condizioni climatiche e agronomiche dei diversi siti sperimentali.
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Dati chiave per il miglioramento genetico
«Questo lavoro rappresenta una pietra miliare» afferma Barchi. «Non solo riscrive la storia del miglioramento genetico della melanzana, ma apre nuove possibilità per la selezione futura».
Il team ha individuato oltre 3.000 associazioni tra tratti e regioni genomiche, comprese le mutazioni del Dna collegate a caratteristiche fondamentali. Tra queste: la formazione delle spine, la resistenza a Fusarium oxysporum e il contenuto di acidi isoclorogenici, composti antiossidanti di grande interesse nutrizionale.
Tutti i dati genetici e fenotipici sono accessibili pubblicamente e le varietà potranno essere distribuite tramite Smta, in linea con il Trattato Fao sulle risorse fitogenetiche.
Verso un breeding migliore
La costruzione del pan-genoma e del pan-fenoma della melanzana rappresenta un passaggio decisivo per comprendere i meccanismi alla base della domesticazione, della diversità genetica e dell’adattamento.
Queste informazioni aprono la strada a programmi di selezione assistita da genoma. L’obiettivo è generare generare varietà più resistenti, nutrienti e adattabili ai cambiamenti climatici. Come sottolinea Barchi, si tratta di «un approccio vantaggioso per tutti: custodi, ricercatori, aziende sementiere e consumatori», fondato su una ricerca pubblica che valorizza la biodiversità e promuove innovazione sostenibile.






