Florovivaismo, urge innovazione tecnologica e di filiera

A Pescia discusse le sfide di oggi e le opportunità di domani tramite filiera, ricerca, istituzioni e territorio con il sottosegretario La Pietra

Si è svolto presso il Crea di Pescia un workshop istituzionale per mettere in campo nuove idee e stimoli per la filiera in collaborazione con le Istituzioni e realtà produttive locali grazie all’impegno del Crea Centro di ricerca Orticoltura e Florovivaismo. Dal miglioramento genetico e valorizzazione della biodiversità, all’innovazione agronomica fino alla difesa ecocompatibile il Centro, che celebra quest’anno 100 anni di vita, svolge ricerche con approcci integrati e multidisciplinari applicate alle colture floricole - ornamentali, per l'arredo urbano e delle produzioni vivaistiche. Il florovivaismo è, infatti, indubbiamente un’eccellenza e una preziosa risorsa per l’agricoltura italiana, fatta di tradizioni, professionalità e innovazione, che contribuisce a rendere il nostro Paese sempre più all’avanguardia e competitivo nei mercati internazionali.

Il florovivaismo in Italia corrisponde, in termini di Sau, a circa il 30% della superficie europea complessiva dedicata al settore, conferendo così al nostro paese una posizione dominante nell’ambito dell’Ue. Secondo i dati Istat del 2024, il settore della floricoltura e piante ornamentali conferma il trend positivo del 2023 e, con circa 3,1 miliardi di euro/anno, rappresenta il 4,7% della PLV dell’intero comparto agricolo italiano e il 5,2% delle esportazioni nazionali verso il resto del mondo.

Le regioni maggiormente produttive sono la Toscana - con quasi un miliardo di euro di valore della produzione, pari al 31% del mercato italiano – di cui Pescia rappresenta un’eccellenza, e la Liguria con quasi 500 milioni di euro (14,2%). Nello specifico il valore della produzione della floricoltura raggiunge nel 2023 circa 2,7 miliardi €.

Oltre i numeri

Innovazione e ricerca restano strumenti fondamentali per dare nuovi impulsi al comparto florovivaistico che nelle imprese impegnate in territori vocati ha uno dei suoi fulcri più importanti. Per far crescere il settore, tuttavia, urge innovazione sia tecnologica che di filiera. Questa l’idea di base richiamata dal Sottosegretario Masaf Patrizio La Pietra, in occasione del workshop istituzionale Florovivaismo a Pescia: le sfide di oggi, le opportunità di domani. Filiera, Ricerca, Istituzioni e Territorio.

Durante l’incontro, addetti ai lavori, operatori del settore, rappresentanti delle istituzioni e stakeholder territoriali si confrontano su tematiche strategiche legate alla valorizzazione economica, sociale e ambientale del florovivaismo e del territorio, condividendo buone pratiche e casi studio, sia a livello locale che nazionale, che possano rappresentare modelli replicabili o spunti di riflessione per azioni future.

Nuove opportunità per il settore

Tra le filiere emergenti, i fiori commestibili rappresentano una coltivazione una nicchia in forte espansione. Dal 2010 al 2019 le imprese italiane nel comparto sono cresciute esponenzialmente, passando da poche decine a circa 100 aziende che si sono diffuse dalla Liguria alle altre regioni. Italia e Europa trainano il mercato, seguiti da Nord America e Asia-Pacifico.

Un altro segmento di mercato ad elevato valore aggiunto è quello dei fiori per la dermocosmesi e per l’estrazione di metaboliti secondari. I fiori, infatti, non sono solo elementi ornamentali, ma anche preziose risorse da cui estrarre molecole bioattive di origine naturale. Quello italiano rappresenta uno dei principali mercati mondiali per la cosmesi naturale (14,8 mld € di fatturato nel 2023 e stime per il 2024 verso 16,6 mld €, con un export cosmetico nel 2023 di oltre 6,7 miliardi €, +15% rispetto all’anno precedente), dipendente per circa l’85% dalle materie prime importate da altri siti di coltivazione e lavorazione. L’esigenza di import e la dipendenza dalle filiere estere creano un potenziale da non sottovalutare per il sistema agricolo nazionale.

Sempre maggiore compenetrazione tra ricerca e mondo produttivo

Le attività progettuali sono sempre in evoluzione e l’impegno del Crea nei prossimi anni è orientato alle aziende con alcuni progetti finanziati dal Masaf, in particolare i progetti Biovivo, Biochrysum, Bioecof e Eden, nei quali si propongono tecniche e tecnologie sempre meno impattanti, rispettose dell’ambiente e basate su approcci di agricoltura di precisione per la coltivazione di piante ornamentali, fino all’introduzione di tecniche usate in agricoltura biologica per il superamento dei limiti attribuiti al massivo uso di prodotti di sintesi in questo settore.

Il programma di filiera Eden “Efficientamento, ammodernamento e innovazione nel vivaismo nazionale'', in particolare ha l’ambizione di contribuire alla qualificazione della filiera vivaistica ornamentale nazionale, attraverso un modello aperto di trasferimento delle innovazioni a livello di produzione aziendale. Questo è un esempio In particolare, Crea condurrà sperimentazione e trasferimento tecnologico di tecniche e tecnologie di propagazione, concimazione e difesa nell’ottica dell’ottimizzazione degli input e sui principi dell’agricoltura digitale.

La sede del Crea di Pescia realizzerà un sito dimostrativo pilota per il vivaismo sostenibile, un vero e proprio laboratorio a cielo aperto che sia un punto di incontro tra il mondo delle istituzioni, ricerca e operativo. Il caso sulla pochazia rappresenta un caso-studio emblematico, condotto dal Crea Difesa e Certificazione e il Comitato Fitosanitario Nazionale coordinato dalla Disr 5 del Masaf, il quale dimostra come la cooperazione tra vivaisti, ricerca e istituzioni possa fronteggiare emergenze fitosanitarie, preservando mercati strategici e proteggendo un settore cruciale per il territorio.

Florovivaismo, urge innovazione tecnologica e di filiera - Ultima modifica: 2025-07-04T15:31:00+02:00 da Alessandro Piscopiello

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