Il carciofo presenta ritmi di assorbimento nutrizionali intensi nel corso di tutto il ciclo colturale, tranne una breve “pausa” vegetativa durante il periodo gennaio-febbraio. Nelle aree dove le temperature invernali diurne si mantengono miti, e non scendono sotto il cardinale termico limite per la coltura (8-9 °C), i ritmi di accrescimento sono, invece, pressoché costanti, registrando punte di particolare intensità nei mesi autunnali (cv. autunnali) e tra febbraio e aprile (cv. primaverili).
Nel carciofo tardivo si hanno due periodi di massima crescita: il primo nel periodo del risveglio vegetativo, a fine estate, con lo sviluppo dei carducci; il secondo, a fine inverno, con la crescita dello stelo fiorale e l’inizio della formazione del capolino principale (massima produzione di biomassa fresca e secca). Le cultivar precoci, a impianto estivo e produzione tra autunno e primavera, fornendo una più elevata quantità di massa verde, hanno maggiori esigenze nutrizionali rispetto alle tardive a produzione primaverile. In linea di massima, il ritmo di asportazione degli elementi nutritivi segue lo stesso andamento di produzione della sostanza secca, differenziandosi fra i singoli elementi in funzione dell’entità del fabbisogno degli stessi da parte della pianta.
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