
Il comparto del florovivaismo veneto si attesta su valori di produzione mai toccati prima. Lo evidenzia un report pubblicato da Veneto Agricoltura sull’andamento congiunturale 2024 del comparto che, con 223 milioni di euro (+ 4,3% rispetto al 2023), ha proseguito un trend positivo che dura da oltre dieci anni e ha raggiunto il valore più alto dell’ultimo decennio.
La metà di questo valore proviene dall’attività di sistemazione di parchi e giardini, che ha generato un valore di 112 milioni di euro, mentre il 37% è legato direttamente alla produzione di fiori e piante (83 milioni di euro).
L’incremento, tuttavia, è dovuto principalmente al tendenziale aumento dei prezzi in atto a livello economico. Infatti la significativa crescita dei valori non trova corrispondenza nella produzione florovivaistica veneta del 2024, che è stata pressoché identica a quella del 2023, con 1,98 miliardi di pezzi prodotti.
Sul fronte delle superfici coltivate si osserva una sostanziale stabilità: gli ettari dedicati al florovivaismo rimangono poco sopra i 2.400, confermando l’equilibrio raggiunto negli ultimi cinque anni dopo una lunga fase di riduzione.
Florovivaismo, prevale il materiale vivaistico
La componente principale della produzione veneta continua a essere il materiale vivaistico (79,8% del totale) che, come per il 2023, viene destinato principalmente al circuito professionale (l’85,7% è stato venduto ad altri vivaisti e ad aziende agricole).
La pratica dell’autoproduzione del materiale di base si conferma prevalente: oltre l’80% delle piante proviene direttamente dalle stesse aziende produttrici.
La commercializzazione è avvenuta in larga parte entro i confini locali (39,3%) e regionali (17,5%), seppur i volumi destinati all’estero non siano da trascurare (8,6%, in leggera crescita rispetto al 2023). Il restante 34,6% delle vendite è invece avvenuto sul territorio nazionale.
Calo del numero di aziende florovivaistiche
In questo contesto di sostanziale stabilità si conferma, tuttavia, il progressivo ridimensionamento del florovivaismo veneto. Infatti il numero di aziende florovivaistiche operative in Veneto passa dalle 1.377 del 2023 alle 1.311 del 2024 (-4,8%), presentando un’ulteriore flessione e segnando una contrazione complessiva di un centinaio di imprese negli ultimi cinque anni.
Il calo interessa in particolare le aziende specializzate nella produzione ornamentale e orticola, in linea con un trend ormai consolidato da oltre un decennio. I cali più rilevanti sono attribuibili alla provincia di Rovigo (-14,3%), mentre Padova rimane la provincia con il maggior numero di aziende in Veneto (396 unità, -4,6% in confronto al 2023), seguita da Treviso (307 aziende, -2,5%) e Verona (197 unità, -6,2%).
Il vivaismo ornamentale comprende più aziende
Distinguendo invece tra i diversi comparti produttivi del florovivaismo veneto, il vivaismo ornamentale risulta essere il più numeroso, con 1.151 aziende, pari all’86,9% del totale (-4,7% rispetto al 2023).
Seguono il comparto orticolo, a cui si dedica il 31,9% delle aziende (423 unità, -6,6%) e il comparto frutticolo, dove operano 203 imprese (il 15,3% del totale veneto, -4,7%).
Più stabili le aziende del vivaismo viticolo e impegnate in altre produzioni di nicchia, mentre si segnalano i cali del numero di aziende che si dedicano alla produzione di fiori recisi (75 unità, -9,6%) o al vivaismo forestale (47 aziende, -6,0%).
Comparto florovivaistico in un equilibrio complesso
In conclusione, l’aumento del valore della produzione non può essere letto esclusivamente come un segnale di crescita degli utili aziendali. Riflette piuttosto anche il significativo incremento dei costi di gestione, che ha interessato tutte le fasi della filiera: dall’energia ai mezzi tecnici, dalla logistica alla manodopera.
È quindi plausibile che almeno parte di questo aumento sia imputabile all’adeguamento dei prezzi di vendita, necessario per compensare l’erosione dei margini. In questo scenario il comparto florovivaistico regionale veneto si muove in un equilibrio complesso, tra razionalizzazione produttiva e pressioni economiche crescenti.
La sfida principale per i prossimi anni sarà mantenere la competitività e la sostenibilità economica delle imprese, puntando sul rafforzamento dell’efficienza organizzativa e sulla valorizzazione delle produzioni, in un contesto sempre più esigente e selettivo.