Cavolfiore “Cima di cola”, prima varietà da conservazione ortiva pugliese

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Cavolfiore "Cima di cola" pronto da raccogliere
Iscritta con Dm del 9 settembre 2025 nei registri nazionali delle specie agrarie come varietà da conservazione. È un traguardo importante per la tutela della biodiversità orticola e la salvaguardia del patrimonio agroalimentare tradizionale pugliese.

La “Cima di cola”, storica varietà locale di cavolfiore (Brassica oleracea L. var. botrytis), strettamente legata alla tradizione agricola di Bari, è la prima varietà ortiva pugliese iscritta nel Registro nazionale delle varietà da conservazione. Ha infatti appena ottenuto il riconoscimento ufficiale che ne permetterà la conservazione e la valorizzazione anche a livello commerciale. D’ora in poi, sotto la supervisione del Dipartimento di scienze del suolo, della pianta e degli alimenti dell’Università di Bari (Disspa), sarà possibile produrre e diffondere il seme di questa varietà a rischio di estinzione.

“Cima di cola” iscritta come varietà da conservazione

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Dalla Gazzetta ufficiale

Con Decreto ministeriale del 9 settembre 2025, pubblicato in G.U. n. 216 del 17 settembre 2025, il Masaf ha iscritto la “Cima di cola” nei registri nazionali delle specie agrarie come varietà da conservazione, in conformità a quanto previsto dall’art. 52 del decreto legislativo 2 febbraio 2021, n. 20.

Si tratta di un traguardo importante per la tutela della biodiversità orticola e per la salvaguardia del patrimonio agroalimentare tradizionale pugliese.

Tappa finale di un percorso di recupero e salvaguardia

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Testa spugnosa di un cavolfiore "Cima di cola"

Per la “Cima di cola” l’iscrizione nel registro delle varietà da conservazione rappresenta la tappa finale di un lungo percorso di recupero e salvaguardia che ha coinvolto agricoltori custodi, associazioni e istituzioni.

Questa varietà locale di cavolfiore era infatti già stata riconosciuta in precedenza come Prodotto agroalimentare tradizionale (Pat) pugliese nel 2015, nonché tutelata nel 2020 con l’iscrizione nel Registro regionale delle risorse genetiche autoctone a rischio di estinzione (Legge regionale 39/2013) e nell’Anagrafe nazionale della biodiversità di interesse agricolo e alimentare (Legge 194/2015). Nel 2024, inoltre, è stata protagonista di un progetto di scienza partecipata (cd. Citizen science), promosso dal Disspa nell’ambito del progetto Biodiversità delle Specie Orticole pugliesi non da frutto – BiodiverSO Veg finanziato dalla Regione Puglia (Psr 2014-2022).

Coltivabile secondo regole conservazione in situ e ex situ

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Sezione della testa di "Cima di cola"

Grazie all’iscrizione nel registro nazionale, la “Cima di cola” potrà essere coltivata e diffusa nel rispetto delle regole di conservazione in situ ed ex situ, garantendo alle future generazioni la continuità di un patrimonio genetico e gastronomico unico.

L’ingresso della “Cima di cola” tra le varietà da conservazione non è solo un risultato normativo: è anche un atto di riconoscenza verso la memoria agricola del territorio e verso quanti hanno custodito negli anni i semi e la tradizione. Questa tappa apre inoltre nuove opportunità di promozione scientifica, divulgativa e gastronomica, rafforzando ulteriormente il legame tra agricoltura, cultura e sostenibilità.

“Cima di cola”, descrizione botanica e agronomica

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La “Cima di cola” è una varietà locale barese del cavolfiore

La “Cima di cola” è una varietà locale barese del cavolfiore (Brassica oleracea var. botrytis). In Italia, infatti, ci sono numerose varietà locali di cavolfiore, in quanto il nostro paese è stato, nei secoli, uno dei più importanti centri di differenziazione di questa specie. Tra le antiche varietà con infiorescenza verde è particolarmente rinomata la “Cima di cola”.

La pianta è abbastanza sviluppata, con un diametro di circa 80-85 cm, e le foglie, di colore verde chiaro, possono arrivare anche a 60-70 cm di lunghezza. Il ciclo di coltivazione è autunno-invernale, anche se con alcune selezioni, effettuate in loco, è possibile la raccolta anche in primavera.

L’organo edule è l’infiorescenza: si presenta di forma sub-sferica, con un dimetro variabile fra 15 e 22 cm, di colore verde mela/verde limone, e discreta compattezza. Il peso finale dell’infiorescenza può superare 1 kg.

La parte edule della “Cima di Cola” è più spugnosa delle varietà di cavolfiore presenti sul mercato ed emana un forte odore durante la cottura. Questa varietà è stata inclusa nell’allegato 8 del Psr Puglia 2007-2013 tra le risorse genetiche autoctone regionali a rischio di estinzione.

Contatti per saperne di più:

Dipartimento di scienze del suolo, della pianta e degli alimenti (Disspa) - Università di Bari

 

 

 

 

Cavolfiore “Cima di cola”, prima varietà da conservazione ortiva pugliese - Ultima modifica: 2025-09-30T10:37:19+02:00 da Giuseppe Francesco Sportelli

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