
L’11 giugno u.s., Stefano Rapetti, impareggiabile tecnico nel settore delle colture orto-floricole, ci ha lasciati, all’età di 89 anni, dopo una breve malattia. Piemontese di origine ma trapiantato in Liguria, Stefano Rapetti è stato per decenni il punto di riferimento degli orto-floricoltori liguri. Per anni eccellente tecnico di una società di agrofarmaci, Stefano conosceva a fondo il mondo delle piante: le origini botaniche, le tecniche colturali, le malattie… Con una passione particolare per le piante da fiore. La sua appartenenza professionale a un'azienda non gli ha mai impedito di essere un tecnico imparziale, sempre al servizio degli agricoltori.
Stefano Rapetti ha assistito per anni i floricoltori liguri, collaborando, una volta in pensione, con l’Istituto Regionale per la Floricoltura di Sanremo, accumulando un'esperienza unica e rara e trasmettendo, con pazienza e gentilezza, conoscenza e passione a tutti coloro che hanno collaborato con lui. Era un uomo generoso e curioso, e trovava piacere nel condividere osservazioni e riflessioni, spesso anche in modo ironico, sulle varie sintomatologie in cui quotidianamente inciampava, anche solo andando per boschi col suo amato cane.
Non c'era coltura o varietà di specie da fiore che Stefano Rapetti non conoscesse, insieme ai suoi parassiti. E la sua competenza spaziava dalla patologia vegetale all’entomologia agraria, alla malerbologia. Per non parlare della sua vastissima conoscenza delle malattie non parassitarie. Il più anziano di noi, che con Stefano Rapetti ha coltivato una lunghissima amicizia e collaborazione, ricorda con emozione come lo stupì, molti anni fa, il ritrovamento da parte sua del ceppo vascolare di Rhizoctonia solani su garofano: una segnalazione veramente curiosa e unica nel mondo.
Crediamo si possa dire che Stefano Rapetti abbia trascorso la maggior parte della sua vita nelle serre liguri. Dove arrivava come un fulmine non appena un agricoltore gli segnalava la presenza di qualcosa di insolito. La curiosità di Stefano Rapetti era inarrestabile, come si conviene a un vero ricercatore. Con le piante Stefano Rapetti comunicava, nel senso che, quasi con un sesto senso, sapeva cogliere segnali impercettibili ai più. La sua capacità di descrivere i sintomi era tale da sembrare poesia. Nessuno meglio di lui sapeva trovare il termine corretto, l'aggettivo più adatto per descrivere un sintomo, una variazione di colore, la sfumatura di una maculatura fogliare. Dalle sue parole trasparivano competenza, esperienza e passione, ma anche una profonda gentilezza d'animo, semplicità e correttezza. Tutte doti che hanno fatto di Stefano Rapetti una persona amata e apprezzata da tutti.
Con grande passione, pazienza e competenza Stefano Rapetti ha trasmesso le sue conoscenze ai giovani e ha assistito centinaia di floricoltori, aiutandoli a trovare le soluzioni migliori per proteggere le loro coltivazioni, sempre con un approccio sostenibile. Stefano Rapetti lascia, in tutti quanti hanno avuto il privilegio di frequentarlo, una ricca eredità non solo di affetti ma anche scientifica, perché decine sono state le segnalazioni di nuovi parassiti e le note tecniche, sempre preparate con grande meticolosità e cura, con la finalità di aiutare gli agricoltori nel loro lavoro quotidiano, fornendo loro informazioni concrete. La stesura del libro sulle “Malattie delle piante ornamentali”, pubblicato con Edagricole nel 2017, con due successivi aggiornamenti, lo vide impegnato e sempre pronto ad aggiungere qualcosa di nuovo, ritrovato nelle sue quotidiane incursioni nelle serre.
Che la terra non solo gli sia lieve, ma si ricopra di quei fiori che lui tanto ha amato e curato durante la sua vita terrena.
Angelo Garibaldi e Maria Lodovica Gullino sono dell'Università di Torino
Patrizia Martini è dell'Istituto Regionale per la Floricoltura di Sanremo