La seconda giornata delle XV Giornate Scientifiche della Società di Ortoflorofrutticoltura Italiana (Soi) ha ospitato una sessione interamente dedicata al fuori suolo, che ha riunito ricercatori impegnati nello sviluppo di strategie innovative per coltivare senza suolo in modo più efficiente, resiliente e sostenibile. Sette presentazioni hanno illustrato esperienze su colture orticole e ornamentali, impianti verticali, fertilizzanti non convenzionali e modelli predittivi a supporto delle decisioni agronomiche.
Modelli di supporto per fertirrigazione controllata in serra
Fatjon Cela (Università di Pisa) ha illustrato un sistema Dss (decision support system) sviluppato integrando il software Simulhydro con sensori capaci di rilevare contenuto idrico e salinità nel substrato, tra cui il Teros 12. Il sistema è stato validato su pomodoro in fuori suolo, in un ciclo autunnale, sia in serra sperimentale sia presso un’azienda commerciale in Toscana. Gli algoritmi calcolano in tempo reale l’evapotraspirazione colturale e stimano l’equilibrio ionico della soluzione nutritiva, emettendo avvisi se i valori di Ec o di drenaggio superano soglie critiche. Il modello ha permesso un’applicazione più razionale dell’acqua e dei nutrienti, evitando sprechi e stress salini.
Urina nitrificata come fonte di azoto in sistemi idroponici
Stefania Cozzolino (Università di Napoli Federico II) ha presentato uno studio sviluppato nell’ambito del progetto Melissa dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa), per valutare l’impiego di urina umana nitrificata come fonte di nutrienti nella coltivazione fuori suolo di lattuga e cavolo nero. I trattamenti includevano concentrazioni del 5% e 10% di urina nitrificata in soluzione nutritiva. I risultati hanno mostrato un aumento di biomassa con il trattamento al 10%, e una modifica nel contenuto di nutrienti, con riduzione dei nitrati e incremento di zuccheri solubili e aminoacidi. L’alta presenza di sostanze a elevata domanda chimica di ossigeno (Cod) ha influenzato positivamente il metabolismo secondario. Lo studio apre scenari di impiego per fertilizzanti derivati da reflui in contesti spaziali e terrestri.
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Evapotraspirazione e qualità del frutto in pomodoro sotto stress salino
Alejandra Navarro Garcia (Crea OF, Sanremo) ha presentato uno studio biennale su pomodoro ciliegino in substrato di fibra di cocco, valutando il consumo idrico reale tramite sensori sap flow e confrontandolo con i dati climatici e salini. È stato validato un modello di stima dell’evapotraspirazione con buona correlazione rispetto ai consumi misurati. In condizioni di moderato stress salino (NaCl in soluzione nutritiva), si è osservato un miglioramento delle caratteristiche qualitative del frutto, tra cui aumento del grado Brix, maggiore acidità titolabile e incremento della sostanza secca. Il modello può essere integrato in sistemi di gestione idrica avanzata per serre.
Risposta genica della lattuga a fertilizzanti circolari derivati da urina
Rosalinda Nicastro (Università della Campania) ha analizzato, con approccio trascrittomico, la risposta della lattuga coltivata in Nft a diversi fertilizzanti ottenuti dalla trasformazione di urina umana: struvite-K e idrolizzato urinario. Lo studio ha mostrato che struvite-K attiva l’espressione di geni associati alla fissazione dell’azoto e alla biosintesi dell’amido, mentre l’idrolizzato ha favorito la risposta antiossidante, modulando geni coinvolti nello stress ossidativo. I risultati confermano l’efficacia di tali prodotti come fonti alternative di nutrienti, pur evidenziando la necessità di approfondire la gestione dei dosaggi per evitare effetti controproducenti.
Compost tea in Nft: vantaggi nutraceutici ma limiti agronomici
Carlo Nicoletto (Università di Padova) ha testato l’uso di compost tea derivato da Forsu (rifiuti solidi urbani, ndr) e sfalci verdi su tre colture (lattuga, basilico, pak choi) in sistema Nft. Le tesi a base di solo compost tea hanno mostrato produzioni inferiori rispetto al controllo minerale, per eccesso di sali e carenze nutrizionali. Tuttavia, in combinazione con concimi minerali in percentuale variabile, il compost tea ha garantito rese simili al controllo e ha migliorato il contenuto di antiossidanti e polifenoli nei tessuti vegetali. Una strategia ibrida promettente per sistemi idroponici a basso impatto.
Substrati alternativi per colture ornamentali in contenitore
Anna Elisa Sdao (Università di Bari) ha valutato l’impiego di substrati alternativi alla torba per la coltivazione di due varietà di salvia ornamentale (S. splendens e S. farinacea) in contenitore. Sono stati testati miscele con fibra di legno, pula di caffè e trebbia di birra. I risultati hanno mostrato che S. farinacea risponde meglio alle sostituzioni rispetto a S. splendens, con buona qualità morfologica e fioritura soddisfacente. L’utilizzo di materiali residuali può ridurre il consumo di torba, contribuendo alla sostenibilità della floricoltura mediterranea.
Acquaponica verticale: più resa vegetale con densità ittica più alta
Stefano Triolone (Università di Padova) ha studiato un sistema acquaponico verticale su basilico, lattuga e bieta, con persico trota allevato a due densità. L’aumento della densità ittica ha migliorato la disponibilità di nutrienti nella soluzione, portando a un incremento della biomassa vegetale fino al +26%. Tuttavia, si è osservata una riduzione dei composti antiossidanti, in particolare nel basilico, e minori performance di crescita dei pesci. Lo studio evidenzia la necessità di bilanciare la produttività vegetale con il benessere animale e la qualità nutrizionale del raccolto.
Agretti in acqua salmastra: un'opportunità fuori suolo per la primavera
Irene Ventura (Università di Pisa) ha sperimentato la coltivazione fuori suolo di Soda inermis (agretti) in vasi e in idroponica, irrigati con acqua salmastra fino a 12 g/L di NaCl. La specie ha mostrato buona tolleranza alla salinità, mantenendo rese elevate, contenuto stabile di antiossidanti e accettabili parametri nutrizionali. Tradizionalmente coltivata in pieno campo, l’agretto potrebbe essere valorizzato in sistemi fuori suolo primaverili, anche in ambienti a risorsa idrica marginale.
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