Dal 6 all’8 maggio 2025, il Rimini Expo Centre ospiterà la 42esima edizione di Macfrut, appuntamento di riferimento per il settore ortofrutticolo a livello globale. La manifestazione si presenta con numeri in crescita: oltre 1.400 espositori, un aumento del 6% dell’area espositiva e una partecipazione estera che raggiunge il 40%.
Novità di rilievo di quest’anno sarà l’International Symposium on Biotechnological Tools in Horticulture, primo simposio globale sulle biotecnologie applicate alle colture vegetali, promosso dall’International Society of Horticultural Science in collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche. Il simposio affronterà tematiche chiave come la propagazione in vitro, la genotipizzazione/fenotipizzazione delle piante e lo sviluppo di varietà resilienti e di alta qualità.
Lazio regione ospite
Il Lazio, regione ospite dell’edizione 2025, metterà in luce il proprio patrimonio ortofrutticolo con oltre 18.000 ettari in pieno campo, 9.000 in serra e ben 11 prodotti Dop e Igp. L’assessore regionale all’Agricoltura Giancarlo Righini ha annunciato un progetto ambizioso: la nascita del più grande mercato ortofrutticolo europeo tramite l’unificazione dei centri agroalimentari di Roma (Car) e Fondi (Mof).
Ortofrutta da 17 miliardi
A sottolineare il ruolo strategico della manifestazione, anche l’intervento del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, che ha evidenziato come Macfrut sia una piattaforma fieristica al servizio delle imprese, in grado di promuovere l’export e facilitare il dialogo tra produttori e mercati. A supporto, i numeri: secondo Ismea, la filiera ortofrutticola italiana ha raggiunto nel 2024 un valore economico di 17 miliardi di euro, con esportazioni in crescita del 6,3% e un impatto del 18% sull’export agroalimentare nazionale.
L’Italia si conferma il secondo esportatore europeo di ortofrutta, dopo la Spagna, con la Germania principale mercato di sbocco, seguita da Francia, Austria, Svizzera e Spagna stessa. In forte espansione anche i mercati dell’Est Europa, con incrementi a doppia cifra in Croazia, Romania e Repubblica Ceca.