Biostimolanti in orticoltura, nuovi contributi dalla ricerca

Il professor Pietro Santamaria apre con la sua relazione sulla biodiversità orticola le XV Giornate Scientifiche della Soi
Durante la prima giornata delle XV Giornate Scientifiche Soi, alcuni giovani ricercatori hanno presentato applicazioni avanzate di biostimolanti microbici e non su colture orticole chiave

Si è aperta il 25 giugno all'Università di Pisa la XV edizione delle Giornate scientifiche della Soi – Società di Ortoflorofrutticoltura Italiana, con una relazione sull'importanza della biodiversità orticola a cura del professor Pietro Santamaria.

La relazione è stata seguita da una sessione interamente dedicata ai biostimolanti, moderata da Mariateresa Cardarelli e Petronia Carillo. Protagonisti una serie di interventi da parte di giovani ricercatori che hanno fatto studi specifici sulle strategie di utilizzo dei biostimolanti per migliorare qualità, resa e capacità di affrontare gli stress delle colture orticole.

I lavori hanno confermato l’interesse crescente per l’uso di biostimolanti sia microbici che non microbici, in condizioni reali e di stress.

Microgreen, migliorare qualità e resa attraverso il priming e la fertirrigazione

Pietro Bellitto, dottorando dell’Università di Palermo, ha condotto insieme al suo gruppo di ricerca uno studio su microgreens di rucola e pisello per valutare gli effetti di due biostimolanti non microbici: un idrolizzato proteico e un estratto d’alga.

I trattamenti, applicati sia tramite seed priming che per fertirrigazione, hanno migliorato resa e tratti qualitativi, con una riduzione significativa dei nitrati in particolare grazie all’idrolizzato somministrato per via radicale. La prova, condotta in camera climatica, conferma il potenziale delle applicazioni precoci per migliorare le performance di colture ad alto valore nutrizionale.

Indivia riccia, combinazione di biostimolanti per affrontare lo stress idrico

Beppe Benedetto Consentino, borsista presso l’Università di Palermo, ha testato l’efficacia di un estratto d’alga, di selenio e della loro combinazione su indivia riccia coltivata sotto diverse condizioni di irrigazione.

L’applicazione fogliare combinata ha portato ai risultati migliori, sia in termini di crescita sia nella riduzione della malondialdeide, indicatore di stress ossidativo. I risultati evidenziano come biostimolanti combinati possano offrire soluzioni efficaci per coltivare con meno acqua senza perdere produttività.

Lattuga, frass da insetti per mitigare gli stress

Nel suo studio, Jouhaina Riahi (Università di Torino) ha valutato il potenziale del frass, il residuo derivato dalla mosca soldato nera (Hermetia illucens), come biostimolante in lattuga gentilina coltivata in idroponica.

Le piante, sottoposte a stress idrico e inoculate con Fusarium oxysporum, hanno risposto positivamente all’incorporazione di frass nel substrato: peso fresco, contenuto in clorofilla e composti fenolici aumentati, nitrati e incidenza di malattia ridotti. Una strategia sostenibile e promettente per colture in ambiente protetto.

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Microalghe in condizioni saline: risposta limitata, ma utile alla ricerca

Uno studio presentato da Antonio El Chami dell'Università della Tuscia ha valutato l’effetto di quattro estratti microalgali su lattuga gentilina coltivata in serra, in condizioni di stress salino e carenza nutrizionale. L’estratto EM3 ha mostrato le migliori risposte in ambiente salino, con riduzione dello stress ossidativo (−7,9% MDA) e aumento di prolina e GABA, indicatori di adattamento. Al contrario, EM1 ha generato un aumento degli amminoacidi ma anche del danno ossidativo.

In condizioni di carenza azotata, tutti gli estratti hanno stimolato polifenoli e H₂O₂, suggerendo una rimodulazione del metabolismo difensivo. I risultati confermano l’efficacia dei microalgali, ma anche la forte dipendenza dal contesto colturale.

Migliorare la disponibilità di ferro nel pomodoro con un ceppo di Streptomyces

Uno studio condotto da Giulia Franzoni (Università di Milano) e dal suo gruppo di ricerca ha valutato l’uso di un ceppo di Streptomyces (Streptomyces hydrogenans, DEF17) capace di produrre siderofori, composti chelanti in grado di rendere il ferro più biodisponibile per le piante.

In piante di pomodoro irrigate con ferro ferrico (Fe III), normalmente poco assimilabile, il trattamento con DEF17 ha permesso un aumento significativo del contenuto di ferro nelle foglie rispetto ai controlli. Il trattamento ha inoltre influenzato l’assorbimento di altri elementi, con aumenti di potassio, calcio e manganese e una riduzione di rame e cobalto. I risultati confermano il potenziale dell’impiego di microrganismi siderofori nella gestione sostenibile della nutrizione minerale.

Fragola bio, più resa e qualità con biostimolanti non microbici

Una prova in serra su fragola cultivar Sabrina coltivata in biologico nella provincia di Caserta è stata descritta da Antonio Pannico, Università di Napoli. Sono stati confrontati tre biostimolanti non microbici: un estratto di alghe, un idrolizzato proteico di origine vegetale e un estratto di piante tropicali.

Riguardo ai risultatti, tutti i biostimolanti hanno migliorato la fotosintesi netta, ma solo l’idrolizzato ha aumentato significativamente la resa (+14%), il contenuto di β-carotene, nitrati e magnesio. Gli altri prodotti hanno aumentato rispettivamente polifenoli e solidi solubili totali. I risultati sottolineano l’importanza della scelta mirata del biostimolante in base all’obiettivo agronomico.

Pomodoro, auxine batteriche per favorirela crescita

Passando al pomodoro, Livia Pappalettere, dottoranda alla Scuola Superiore Sant’Anna, ha sperimentato sette ceppi batterici produttori di auxine (Azospirillum spp., Methylobacterium, Bacillus spp.) e due loro combinazioni su due cultivar (Canestrino di Lucca e Pisanello).

I trattamenti – in idroponica, suolo e tramite priming dei semi – hanno mostrato incrementi significativi di biomassa, lunghezza delle radici e sviluppo epigeo, con una correlazione diretta tra produzione di IAA e vigore della pianta. Un approccio promettente per migliorare l'efficienza fin dalle prime fasi di crescita.

Nuovi consorzi microbici multitrofici

Vincenzo Cono (Università di Napoli) ha presentato una piattaforma di fenotipizzazione 3D multispettrale per valutare rapidamente l’efficacia di consorzi microbici su pomodoro in condizioni di stress multipli. I consorzi, composti da ceppi di Trichoderma, Peribacillus e Microbacterium, sono stati testati per attività di biocontrollo e promozione della crescita. I parametri vegetativi e gli indici di clorofilla (NDVI, GLI) hanno permesso di individuare le combinazioni più efficaci, fornendo un modello replicabile per altre colture orticole.


Per maggiori informazioni sui lavori presentati contattare i ricercatori o la redazione: redazione.edagricole@newbusinessmedia.it

Biostimolanti in orticoltura, nuovi contributi dalla ricerca - Ultima modifica: 2025-06-25T16:50:39+02:00 da Alessandro Piscopiello

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