La campagna 2025 del pomodoro da industria si è chiusa con segnali contrastanti. Secondo Areté, la produzione italiana cresce dell’8% rispetto al 2024, ma costi della materia prima più alti e rese ridotte frenano qualsiasi ribasso. L’Italia rimane il Paese con il prezzo più elevato della bacca, in controtendenza rispetto agli altri grandi produttori.
Sul mercato globale pesano infatti i fattori rialzisti: il calo produttivo atteso in Cina (-51%), Spagna (-22%) e Usa (-1%), la volatilità dei costi e l’incertezza climatica. In questo contesto, i prezzi contrattati della bacca diminuiscono in quasi tutti i Paesi, tranne in Italia: +5% nel Nord e +7% nel Sud.
Una campagna lunga, complessa e con rese in calo
Le analisi Anicav mostrano un quadro articolato. Con 78.695 ettari coltivati, l’Italia ha trasformato 5,8 milioni di tonnellate di prodotto, leggermente più del 2024 ma circa il 10% in meno rispetto al programmato.
Nel dettaglio:
- Centro-Sud: 2,71 milioni di tonnellate (–5,3% sul 2024)
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Nord: 3,12 milioni di tonnellate (+27,6%)
L’Italia torna così al secondo posto mondiale dopo gli Stati Uniti, superando la Cina, che riduce drasticamente la produzione per difficoltà nel mantenere le quote export.
A pesare sono soprattutto i costi della materia prima: nel Nord il prezzo è salito per via dell’alto °Brix, nel Sud gli incrementi hanno raggiunto il +40% per scarsità idrica e distorsioni nelle fasi di approvvigionamento.
Le rese agricole segnano la peggior performance degli ultimi cinque anni. Per il pelato intero la riduzione supera il 20%.
Secondo Marco Serafini, presidente Anicav, l’allungamento dei tempi di maturazione ha impedito agli stabilimenti, soprattutto al Sud, di lavorare a pieno regime. «Servono innovazione, ricerca, un riequilibrio del valore lungo la filiera e maggiore efficienza nelle operazioni di raccolta, in particolare in Puglia».
Il direttore generale Giovanni De Angelis ha aggiunto la necessità di un nuovo dialogo di filiera e di un quadro istituzionale più chiaro per far funzionare gli accordi interprofessionali.
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Italia in testa, ma i dazi fanno effetto
L’Italia si conferma saldamente il primo Paese produttore ed esportatore di derivati del pomodoro destinati direttamente al consumatore finale.
Nel 2024 i mercati esteri hanno fatto registrare segnali positivi sia in volume (+ 6,5%) che in valore (+3,8%). Nel primo semestre del 2025, di contro, si rileva, rispetto al primo semestre 2024, una riduzione dell’export in volume (-3,6%) e in valore (-10,7%), legata quasi certamente all’incertezza causata dalla vicenda dazi Usa (fino al 2024 il comparto subiva una tassazione per l’esportazione in Usa tra il 6 e il 12% a seconda dei formati e delle referenze, ora si è passati al 15% per tutti i prodotti).
L’Europa, con la Germania in testa, si conferma, ancora una volta, il principale mercato di sbocco dei nostri derivati. Quote significative sono rappresentate dal Regno Unito, dagli Stati Uniti, dal Giappone e dall’Australia.
Il Nord: rese giù del 10% e costi in crescita
Confagricoltura Emilia-Romagna ha definito il 2025 come una delle campagne più difficili di sempre. Le rese sono scese del 10% rispetto alla media dell’ultimo quinquennio. Crescono invece:
- i costi delle piantine e degli agrofarmaci,
- i consumi di energia e acqua,
- le difficoltà nel reperire manodopera.
Tra giugno e luglio, la lunga ondata di caldo ha faviorito malattie e parassiti, compresi nuovi acari sconosciuti e difficili da contenere. A questo si aggiungono le limitazioni Ue sulle molecole fitosanitarie, che riducono ulteriormente gli strumenti di difesa disponibili.
In alcune aree ha pesato anche la gestione del deflusso minimo vitale (Dmv), non sempre compatibile con le fasi colturali.
Per Confagricoltura serve una Pac più efficace e un forte investimento nella ricerca genetica, anche tramite tecniche di miglioramento come Crispr-Cas9. Le province con più superfici coltivate restano Piacenza (10.543 ha), Ferrara (8.132 ha) e Parma (4.299 ha), con oltre 2.700 ettari bio nel ferrarese.
Il Sud tra acqua, orobanche e prezzi in salita
Nel Sud Italia il 2025 ha presentato tre scenari molto differenti.
Campania, annata ordinaria e precoce
Secondo Luciano Simonetti (ApoPa), la campagna campana è stata «ordinariamente positiva». La raccolta è iniziata il 7 luglio e oltre l’80% del prodotto è stato conferito entro la prima decade di agosto. Le rese si sono attestate sui 1.000 q/ha, con buona qualità e prezzi allineati agli accordi con Anicav.
L’unico limite: l’eccessiva concentrazione dei conferimenti in pochi giorni, che crea problemi logistici.
Puglia e Basilicata: solo chi aveva l’acqua è riuscito a produrre bene
La disponibilità idrica è stata il fattore chiave di questa campagna. I consorzi di bonifica avevano già annunciato restrizioni importanti. Il risultato:
- –20% della superficie coltivata rispetto al 2024,
- pozzi prosciugati o poco produttivi,
- campi abbandonati e aumento del marciume apicale.
Chi è riuscito a irrigare in modo costante ha ottenuto ottime produzioni e qualità elevata: temperature più miti del 2024 hanno favorito allegagione e maturazione.
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Un progetto nazionale che coinvolge 12 OP e oltre 22.000 ettari
Il Progetto integrato di ricerca applicata sul pomodoro da industria, coordinato da Italia Ortofrutta – Unione Nazionale, rappresenta oggi la più ampia iniziativa di ricerca congiunta sulla filiera del pomodoro in Italia. Vi partecipano 12 OP, che insieme coprono oltre 22.000 ettari coltivati.
L’annualità 2025 è ormai in fase di completamento e ha prodotto risultati significativi nelle quattro linee di ricerca attivate.
Linea 1 – Confronto varietale: 8 nuove varietà testate in 7 campi sperimentali
Affidata al Cre Orticoltura e Florovivaismo di Pontecagnano, questa linea ha valutato 8 varietà di recente introduzione o ancora in fase pre-catalogo.
Le prove, condotte in 7 campi sperimentali appartenenti a 7 OP diverse, permettono di confrontare stabilità produttiva e comportamento in areali eterogenei e fornire alle OP strumenti più precisi di programmazione dell’offerta.
Linea 2 – Agricoltura 4.0: irrigazione, concimazione e difesa ottimizzate
Questa linea integra competenze del Crea, dell’Università di Firenze e del partner tecnico Diagram. L’attività si sviluppa su tre aziende pilota, in cui sono stati implementati protocolli innovativi.
L’Università di Firenze ha inoltre condotto un’analisi economica dei benefici, valutando la sostenibilità economica delle adozioni tecnologiche
Questa linea è cruciale in un’annata segnata da stress idrico, acari difficili da controllare e normative più restrittive sui fitofarmaci.

Linea 3 – Analisi dei costi di produzione: un modello di riferimento per le OP
L’Università della Tuscia ha sviluppato un sistema strutturato di rilevazione dei costi tramite questionario tecnico, somministrato dai tecnici delle OP e validato scientificamente.
Grazie a questa analisi, le OP potranno ottenere informazioni utili ad acquisire un vantaggio competitivo nella contrattazione del prezzo del prodotto, aumentando di fatto la propria competitività sul mercato e la propria sostenibilità economica.
Linea 4 – Trasformabilità industriale e molecole bioattive
Avviata nel 2025 e coordinata dalla Stazione sperimentale per l’industria delle conserve alimentari (Ssica), questa linea affronta una delle sfide centrali per il settore: capire quali varietà risultano più efficienti nella trasformazione industriale.
Le attività comprendono un’indagine di mercato sul gradimento dei consumatori verso derivati del pomodoro ad alto contenuto di molecole bioattive.
Questa linea mira a collegare innovazione varietale e valore commerciale, rendendo la filiera più coerente con le nuove richieste del mercato.
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Le sfide della filiera del pomodoro da industria
Tante sono ancora le sfide che attendono la filiera, come aveva dichiarato lo scorso settembre il presidente dell’OI Pomodoro da Industria Nord Italia Giuseppe Romanini, per «mantenersi al primo posto nel mondo per qualità e sostenibilità».
- Problema della disponibilità idrica e di investimento in infrastrutture di stoccaggio sul territorio.
- Difesa fitosanitaria: il progressivo impoverimento di presidi fitosanitari utilizzabili a causa delle normative europee e la necessità di disporre di alternative efficaci e sostenibili.
- Ricerca e sperimentazione: ricerca di varietà di pomodoro adatte al territorio in risposta ai cambiamenti climatici.
- Rapporti commerciali internazionali: necessità del rispetto del principio di reciprocità sia per gli standard sulla sostenibilità sia per i dazi commerciali per i prodotti importati da altri paesi produttori.
- Pac: c'è preoccupazione per la proposta della commissione Ue per la nuova Pac 2028-2034 per la riduzione delle risorse e per l’istituzione di un fondo unico per le politiche agricole e le politiche di coesione, a cui si aggiunge la preoccupazione per il mantenimento e rafforzamento dello strumento dell’Ocm ortofrutta.
Aumentare i rendimenti e la redditività con soluzioni nutrizionali avanzate
Nella stagione agricola 2024, i coltivatori di Pontelongino, in Italia, che coltivano pomodori da industria hanno assistito in prima persona all’impatto positivo di un approccio innovativo, Haifa 360. Questa strategia integra più prodotti per adattare la nutrizione esattamente alle esigenze della coltura, ottimizzandone crescita e rendimento.
Attraverso una dimostrazione sul campo, Haifa ha mostrato come un programma nutrizionale completo possa migliorare significativamente le rese, aumentare la redditività e superare i metodi di fertilizzazione convenzionali. Leggi i risultati del test.
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