Novemila ettari di Sau costituiscono la "fascia trasformata" in Provincia di Ragusa. Di questi, seimila ettari sono coltivati in ambiente protetto (serre e tunnel), con una produzione di primizie così suddivisa: 65% pomodoro, 15% peperone, 10% zucchino e solo 7% melanzana. Se si considera che meno di un terzo di questa percentuale è coltivata in fuori suolo o idroponica, la melanzana può essere definita una coltivazione di nicchia.
Il ruolo della gdo
Le tipologie di melanzana richieste dalla Grande distribuzione organizzata (gdo) si suddividono così: 65% nera o globosa, 15% violetta, 10% allungata e 10% tra striata e bianca. Solo negli ultimi quattro-cinque anni la gdo ha iniziato a rivolgere un estremo interesse verso questa primizia. Il miglioramento genetico e il progresso delle conoscenze tecnologiche hanno permesso di ottenere produzioni di elevata qualità organolettica e con un bassissimo livello di residui di agrofarmaci.
La tecnica di coltivazione
Le sfide future riguardano tecniche di coltivazione sempre più sostenibili, in grado di garantire frutti esteticamente perfetti e dal sapore eccellente, con un ridotto impatto delle molecole di sintesi. Raggiungere questi obiettivi richiede un'approfondita conoscenza scientifica, che solo un agronomo esperto può offrire alle aziende agricole lungimiranti.
Le soluzioni innovative comprendono cultivar partenocarpiche, innesto erbaceo, coltivazione in fuori suolo, uso di insetti utili, biofungicidi e bioinsetticidi. Solo un'attenta combinazione di queste tecniche può garantire nuove opportunità commerciali, riducendo il divario competitivo con gli stati del Nordafrica.
Tratto dalla rubrica "La foto del mese", Rivista di Orticoltura gennaio
Il substrato di coltivazione: la fibra di cocco
Tra i substrati di coltivazione, il più diffuso è la fibra di cocco, ottenuta dalla lavorazione della noce di cocco in paesi come Filippine, Indonesia, India e Sri Lanka. In Italia, questo materiale venne inizialmente importato circa 25 anni fa come lettiera per animali, grazie alla sua elevata capacità assorbente. Successivamente, fu adottato come substrato per la floricoltura e poi per la coltivazione orticola.
Uno dei suoi punti di forza è la possibilità di riutilizzarlo come ammendante organico. Nel nostro territorio operano aziende specializzate nel ritiro, lavorazione e redistribuzione delle lastre esauste, usate come sostituto del letame.
L'importanza della programmazione
Il successo della coltivazione dipende da una programmazione minuziosa delle fasi cruciali: scelta varietale, selezione del portinnesto omologo, epoca di trapianto, strategia della fertirrigazione e difesa integrata.
In Sicilia, il clima è caratterizzato da inverni miti con precipitazioni moderate (500 mm annui) ed estati sempre più calde e asciutte. Ciò che distingue la zona costiera della Provincia di Ragusa è l’abbondanza d’acqua, che ha reso questa regione un punto di riferimento per l’orticoltura protetta.
L'epoca di trapianto
La maggior parte dei trapianti di melanzana avviene nei mesi di settembre-ottobre per le cultivar da serra (tutte le tipologie) e ad aprile-maggio per quelle in pien’aria (tipologia violetta). Solo le cultivar da serra sono adatte alla gdo, poiché rispecchiano gli standard qualitativi richiesti dai disciplinari di produzione.
Una coltivazione impiantata sotto serra a settembre in Sicilia ha un ciclo produttivo di nove mesi, fino a giugno dell’anno successivo. Durante questo periodo attraversa tre stagioni, affrontando avversità come lo sviluppo vegetativo, la fioritura, l’allegagione, l’ingrossamento e la colorazione dei frutti. A ciò si aggiungono le problematiche fitopatologiche, tra cui botrite, oidio, Bemisia tabaci e acari.
La tipologia più diffusa, la globosa o nera, presenta un peso specifico del frutto variabile a seconda della stagione. Nei periodi temperato-caldi, il peso medio di un frutto è di circa 450 grammi, mentre nei mesi invernali (dicembre-febbraio) scende a circa 380 grammi a parità di dimensioni.
Fertirrigazione e difesa integrata
Qualità organolettiche elevate, resistenze naturali e cicli produttivi più lunghi sono le ragioni per cui le aziende investono in tecniche avanzate di fertirrigazione. La corretta nutrizione delle piante, basata sull'analisi delle caratteristiche dell'acqua irrigua, e impianti di fertirrigazione sempre più efficienti sono strumenti vincenti sia dal punto di vista economico che ambientale.
Anche se la difesa integrata è ormai una pratica consolidata, la sua applicazione nella gdo non è sempre scontata. Spesso si riscontrano non conformità nelle forniture di melanzane, con residui di fitoregolatori o principi attivi oltre i limiti imposti dai disciplinari, o persino con sostanze revocate dalla normativa.
Il brand Melanzì
Da quasi cinque anni supporto tecnicamente la produzione legata al brand Melanzì, marchio creato dalla Famiglia Alessandrello, che coltiva melanzane nell’Agro di Vittoria (Ragusa) da oltre 50 anni. L’azienda gestisce circa cinque ettari di coltivazione fuori suolo, seguendo i disciplinari di produzione integrata. Oltre alla propria produzione, coordina altre undici aziende conferitrici, specializzate in melanzane, peperoni, zucchine e, più recentemente, frutta tropicale.
Grazie a un'attenta strategia commerciale, il marchio Melanzì è oggi tra i più ricercati dalla gdo. Collabora con i principali mercati nazionali e con le più prestigiose catene distributive di Italia, Scandinavia, Germania, Svizzera, Regno Unito, Francia, Paesi Bassi e, da qualche anno, Emirati Arabi Uniti.
Valorizzare il prodotto
Pur essendo una coltivazione marginale nel panorama ortofrutticolo italiano, la melanzana dimostra che, adottando tecniche innovative e rispettando rigorosamente i disciplinari di produzione, è possibile valorizzare qualsiasi ortaggio, trasformandolo in un prodotto di successo per il mercato internazionale.