Il consumo domestico di ortaggi sembra essersi stabilizzato dopo anni di contrazione. Tuttavia, è ancora presto per parlare di una vera ripresa. Sul fronte dell'export, il settore registra un nuovo record, superando per la prima volta i 6 miliardi di euro.
Consumi: segnali di stabilizzazione
Secondo il Report 2024 di Cso Italy, la tendenza negativa degli ultimi anni sembra essersi arrestata. Dopo il drastico calo del 2023 (5,1 milioni di tonnellate, -6,3% rispetto al 2022), nel 2024 i consumi di ortaggi sono rimasti pressoché invariati, con una spesa in aumento dell'1,5%.
Fattori chiave della stabilizzazione:
- Riduzione della disponibilità di alcune colture a causa dei cambiamenti climatici.
- Aumento dei costi energetici e produttivi.
- Maggiore segmentazione del mercato con un'offerta crescente di prodotti premium.
"Il segnale è ancora debole", spiega Elisa Macchi, direttrice di Cso Italy. "La stabilizzazione non equivale a una ripresa, ma riflette un equilibrio precario tra economia, produzione e abitudini di consumo".
Chi acquista ortaggi?
- Over 60: mantengono una forte propensione all'acquisto.
- Giovani generazioni: cercano prodotti salutari, ma prediligono quelli trasformati o pronti al consumo.
- Percezione dei prezzi: l'ortofrutta fresca è vista come costosa, con un'incidenza sulla spesa familiare ferma al 4,1%.
- Canali di acquisto: la gdo domina con 4,13 milioni di tonnellate vendute (+3% rispetto al 2023). I supermercati guidano il mercato (2,43 milioni di tonnellate, +2%), seguiti dai discount (+7%). I canali tradizionali sono in calo.
- Comsumi: flettono patate, insalate, asparagi radicchi, buone invece le performances dei pomodori, carote e zucchine. Lieve crescita infine per il prodotto biologico.
Export, numeri da record
Il 2024 segna un traguardo storico per l'export italiano di ortofrutta, superando i 6 miliardi di euro (+5,3% sul 2023), con un volume di 3.751.017 tonnellate esportate (+9%). Tuttavia, il saldo commerciale si è dimezzato (364 milioni di euro, -48,6%) a causa dell'aumento delle importazioni.
Export
- Tuberi, legumi e ortaggi: +12,1% in volume, valore stabile rispetto al 2023.
Import
- Tuberi, legumi e ortaggi: +17,9% in quantità, +14,6% in valore.
Le sfide per il settore
Marco Salvi, presidente di Fruitimprese, ha evidenziato le criticità che gravano sul comparto:
- Difficoltà logistiche: il blocco del Canale di Suez ha limitato le esportazioni verso mercati chiave come India e sudest asiatico.
- Calo della produzione interna: in dieci anni si è registrato un crollo dell'80% per le pere, del 75% per i kiwi e del 25% per le pesche.
- Cambiamenti climatici: siccità e piogge eccessive compromettono i raccolti.
- Normative Ue sugli agrofarmaci: la riduzione dei fitofarmaci senza alternative concrete aggrava il problema delle fitopatie.
Salvi ha concluso con una speranza: "Il nuovo Commissario Europeo Hansen ha dichiarato che la Commissione valuterà attentamente ogni ulteriore restrizione sui pesticidi. Ora aspettiamo che alle parole seguano i fatti".
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Rilancio del settore
Per rilanciare il settore serve una strategia mirata:
- Comunicazione efficace: per rendere gli ortaggi più attraenti e accessibili.
- Innovazione: investire in ricerca su nuove varietà più resistenti.
- Filiera sostenibile: trovare un equilibrio tra sostenibilità e produttività.
Il settore orticolo italiano si trova a un bivio: con le giuste scelte strategiche, può trasformare le sfide in opportunità per il futuro.