Negli ultimi quindici anni il settore degli ortaggi, legumi e patate ha subito una drastica riduzione della superficie coltivata, con una perdita stimata di 100mila ettari. Questo fenomeno, emerso durante l’incontro organizzato da Coldiretti e Filiera Italia al salone Fruit Logistica di Berlino, rappresenta un campanello d’allarme per la filiera orticola italiana.
Prezzi bassi e cambiamenti climatici: le cause della crisi
A pesare su questa contrazione sono diversi fattori, a partire dai prezzi troppo bassi pagati agli agricoltori, spesso insufficienti a coprire i costi di produzione. A ciò si aggiungono gli effetti dei cambiamenti climatici, che hanno reso sempre più difficile la coltivazione degli ortaggi in Italia. Eventi estremi come siccità prolungate e alluvioni hanno compromesso la produttività, con cali significativi delle rese.
Insetti, malattie e fauna selvatica: nuove minacce
Un ulteriore problema è rappresentato dalla diffusione di insetti e malattie aliene che hanno colpito duramente le colture orticole. Tra questi, il virus rugoso del pomodoro ha avuto un impatto devastante sulle produzioni, riducendo drasticamente la resa e la qualità del raccolto. Inoltre, la crescente presenza di fauna selvatica, in particolare cinghiali, ha causato ingenti danni alle coltivazioni, mettendo a rischio la sostenibilità economica delle aziende agricole.
Meno fitofarmaci, più difficoltà per gli agricoltori
A rendere ancora più difficile la difesa delle colture è la progressiva riduzione delle sostanze fitosanitarie disponibili. In Italia, negli ultimi 30 anni, l’uso di fitofarmaci si è ridotto del 50%, con il numero di prodotti autorizzati passato da oltre un migliaio a circa 300. Inoltre, le nuove tecnologie di miglioramento genetico non Ogm (Tea) tardano a essere rese disponibili, limitando le possibilità di innovazione nel settore.
Consumi in calo: un rischio anche per la salute
Oltre alla riduzione della produzione, anche i consumi di ortaggi sono in calo. Negli ultimi cinque anni, le famiglie italiane hanno ridotto gli acquisti di ortaggi di circa 19 chilogrammi pro capite, secondo l’analisi Coldiretti su dati Cso Italy. Un dato preoccupante, non solo per l’economia del settore, ma anche per l’impatto sulla salute dei consumatori.
Le soluzioni per rilanciare il settore
Per invertire questa tendenza, Coldiretti sottolinea la necessità di incentivare l’aggregazione tra produttori, rendendo più attrattiva l’adesione alle OP (Organizzazioni di Produttori) e introducendo nuove misure nei piani operativi. Tra gli interventi proposti vi sono strategie per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici, come sistemi di risparmio idrico e invasi, oltre a promuovere imballaggi ecologici e compostabili e strumenti di gestione del rischio come le assicurazioni sui crediti commerciali e i fondi di mutualizzazione.
Solo con un’azione congiunta tra istituzioni e operatori del settore per garantire sostenibilità economica e produttiva alle aziende sarà possibile rilanciare la filiera ortofrutticola italiana, che in totale ha perso negli ultimi quindici anni 300mila ettari.