Zucca e anguria, come gestire virosi e batteriosi

Sintomi di maculatura batterica a opera di X. cucurbitae
Da un incontro su come affrontare le nuove malattie delle cucurbitacee nell’areale reggiano si possono trarre valide indicazioni per la gestione

I coltivatori reggiani di cucurbitacee sono stati invitati qualche settimana fa per un aggiornamento riguardante le principali malattie che possono colpire le loro colture.

La giornata è stata organizzata all’interno del progetto Horizon Europe Climate Farm Demo in collaborazione con La Scarlassara Società Agricola (Cadelbosco di Sotto – Reggio Emilia, il Consorzio Fitosanitario, Società Cooperativa Agricola Ortolani e Crpa.

Il progetto Horizon EU Climate Farm Demo e la Scarlassara Società Agricola all’interno del progetto

L’obiettivo del progetto è quello di creare una rete di 1500 aziende agricole dimostrative pilota su tutto il territorio europeo che applichino soluzioni innovative allo scopo di adattare la conduzione aziendale ai cambiamenti climatici, mitigando gli effetti di questi cambiamenti e, nel contempo, riducendo le emissioni di gas climalteranti.

Tra gli scopi del progetto c’è anche l’organizzazione di 4500 visite aziendali o eventi dimostrativi indirizzati verso consulenti, agricoltori, ricercatori ed altri portatori di interesse.

L’incontro era focalizzato sulle due coltivazioni principali dell’areale reggiano, ovvero zucca, conferita presso la Società Cooperativa Agricola Ortolani, e anguria, coltivata secondo il disciplinare dell'Anguria Reggiana Igp. Sono intervenuti il Consorzio Fitosanitario Provinciale di Reggio Emilia con Mirko Bacchiavini e i professori Claudio Ratti (Università di Bologna) ed Emilio Stefani (Università di Modena e Reggio Emilia).

Virus del mosaico della screziatura verde del cetriolo

Sintomi di CGMMV in anguria (foto: Consorzio Fitosanitario Provinciale di Reggio Emilia)

Mirko Bacchiavini, tecnico del Consorzio Fitosanitario di Reggio Emilia, ha illustrato come avviene il monitoraggio e la sorveglianza fitosanitaria delle cucurbitacee in provincia di Reggio Emilia. In particolare, l’attenzione è stata rivolta al virus del mosaico della screziatura verde del cetriolo (CGMMV), che si è presentato a macchia di leopardo sulla provincia reggiana anche su anguria.

Sono stati quindi descritti i principali aspetti sintomatologici precoci a livello fogliare e quelli più tardivi a carico dei frutti infettati dal virus. Nelle piante colpite gli steli presentano una crescita stentata con internodi più corti e una sovrabbondate emissione di boccioli fiorali; le foglie hanno minori dimensioni con la struttura del lembo che assume la cosiddetta forma “prezzemolata”,  cioè col margine arricciato verso l’alto.

Come in altre virosi, la pagina delle foglie sintomatiche manifesta un’evidente clorosi diffusa a macchie. Sintomi evidenti anche a carico del frutto: la polpa mostra vari gradi di decolorazione e una palese alterazione della consistenza, la maturazione dei semi risulta incoerente ed il colore dell’epicarpo vira al giallognolo; alla battitura il frutto emette un suono “più vuoto” rispetto a quello di uno normalmente formato.

Sintomi di CGMMV su tessuti verdi delle piante attaccate dal patogeno

Forte resistenza del CGMMV

L’intervento conclusivo della giornata è stato tenuto dal professor Ratti dal titolo: “Gli agenti virali associati a mosaici nelle cucurbitacee: piante ospiti, sintomi e trasmissione”. Le virosi che possono potenzialmente attaccare le cucurbitacee sono 74 e quelle diffuse nel bacino Mediterraneo sono prevalentemente veicolate da afidi ed aleurodidi.

Sotto la lente di ingrandimento è tornato il Cucumber Green Mottle Mosaic Virus (CGMMV) di cui sono state presentate le sue modalità di trasmissione ovvero attraverso semi infetti, contatto diretto tra piante malate e sane, acqua di irrigazione contaminata, trasmissione meccanica e attraverso il polline.

Una delle caratteristiche del virus è la sua forte resistenza e può rimanere infettivo nei tessuti vegetali per mesi o anni, ha un’alta stabilità termica (perde infettività a 90-100 °C) ed un’elevata tolleranza ai disinfettanti.

Agenti virali dei mosaici

Il virus nelle cucurbitacee può determinare perdite di resa fino al 50%, in quanto determina malformazioni dei tessuti verdi e marciumi interni al frutto. Date le caratteristiche descritte in precedenza ha un forte rischio di diffusione globale attraverso il commercio internazionale di semi.

Le misure fitosanitarie da adottare sono:

  • utilizzo di seme certificato,
  • disinfezione degli strumenti,
  • rimozione di piante infette,
  • rotazioni colturali di almeno 24 mesi,
  • distruzione dei residui vegetali,
  • controllo delle erbe infestanti,
  • evitare il movimento di macchinari e persone tra campi infetti e sani.

Sono stati presentati altri virus delle cucurbitacee come il Cucumber mosaic virus (CMV), Potyvirus algeriaense (WMV), Potyvirus cucurbitaflavitesselati (ZYMV), Begomovirus solanumdelhiense (ToLCNDV), Alphanucleorhabdovirus melongenae (EMDV).

Confronto tra agricoltori e relatori

Maculatura batterica

Il professor Emilio Stefani ha parlato del batterio Xanthomonas cucurbitae (foto in alto) che colpisce prevalentemente alcune varietà di zucche, in particolare la tipologia Butternut, la Violina e la zucca Mantovana.

La batteriosi, molto comune negli Stati Uniti nord-orientali, non era mai stata segnalata all’interno dei confini dell’Unione Europea prima del 2020. La sintomatologia si presenta sulle foglie con macchie clorotiche apparse nel mese di luglio che, dopo una serie di temporali, si sono poi trasformate in lesioni necrotiche e coalescenti.

Sui frutti si riscontrano piccole macchie marroni che tendono ad allargarsi e ad approfondirsi; in seguito, alcune lesioni necrotiche possono essere infettate da organismi saprofiti, originando ampi marciumi che si approfondiscono nella polpa.

Il batterio patogeno è trasmesso da coltura a coltura attraverso il seme infetto, il quale origina piantine da trapianto con possibile infezione latente che andrà a palesarsi in campo durante lo sviluppo della coltura.

La malattia è policiclica, in quanto il batterio evade dalle lesioni sui frutti e sulle foglie e si dissemina in campo attraverso le piogge e/o l’irrigazione sovrachioma. Dopo la raccolta dei frutti, il patogeno rimane in campo associato ai residui della coltura infetta, dove può facilmente sopravvivere da una stagione all’altra.

Come gestire la batteriosi

La gestione integrata della batteriosi prevede l’impiego di seme non infetto o sottoposto ad analisi batteriologiche specifiche, elevati standard igienici in vivaio, rotazioni colturali di almeno 3-4 anni ed interramento profondo dei residui colturali, nonché asportazione dei frutti non idonei alla commercializzazione.

Per quanto riguarda i trattamenti fitosanitari, i ceppi reggiani di X. cucurbitae sono tolleranti ai prodotti rameici: in effetti, già gli agricoltori americani hanno mostrato che la lotta con prodotti cuprici non risulta particolarmente efficace o risolutiva.

Attualmente non si conosce germoplasma di cucurbitacee resistenti a X. cucurbitae, e si nota un’ampia differenza nella suscettibilità alla malattia dal punto di vista varietale e di specie e dopo uno scoppio epidemico è fortemente sconsigliato ritornare sull’appezzamento con altre cucurbitacee.

Buone pratiche

Al termine dell’incontro gli agricoltori si sono confrontati con i relatori per capire quali siano le buone pratiche da adottare in azienda al fine di far fronte a queste malattie potenzialmente impattanti sui loro raccolti.

L’invito è quello alla partecipazione alle giornate dimostrative che saranno svolte da qui al 2029 al fine di condividere esperienze e trovare nuove tecniche applicabili in azienda. Per maggiori informazioni si può visitare il sito del progetto.

Gli autori

Isacco Rossi è del Centro Ricerche Produzioni Animali Soc. Cons. p. A.

Mirko Bacchiavini è del Consorzio Fitosanitario Provinciale di Reggio Emilia

Claudio Ratti è del DISTAL – Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari. Università di Bologna

Emilio Stefani è del Dipartimento di Scienze della Vita, Università di Modena e Reggio Emilia


Si ringrazia Scarlassara Società Agricola, Società Cooperativa Agricola Ortolani, Consorzio Fitosanitario di Reggio Emilia ed i Professori Emilio Stefani e Claudio Ratti per la disponibilità dimostrata.


Zucca e anguria, come gestire virosi e batteriosi - Ultima modifica: 2025-05-21T16:00:07+02:00 da Alessandro Piscopiello

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